Trovato morto l’ex generale Forestale, Guido Conti: suoi i casi dalla discarica di Bussi e del G8 dell’Aquila
19/11/2017 – L’hanno trovato riverso a terra, a pochi metri dalla sua auto in un bosco tra Sulmona e Pacentro in provincia dell’Aquila, ucciso da un colpo di pistola. Guido Conti, ex generale del soppresso Corpo forestale dello Stato, in servizio in Abruzzo e poi in Umbria, non era uno qualunque. La nomina a Commendatore della Repubblica a 48 anni per meriti speciali, e primo Ufficiale C.F.S. premiato da Legambiente con il premio Ambiente e Legalità, sono riconoscimenti importanti che parlano di una carriera vissuta come una “missione” e portano a quell’inchiesta clamorosa sulla mega discarica dei veleni di Bussi (la più grande d’Europa) culminata nel processo che ha condannato ex dirigenti della Montedison per reati ambientali.
L’allarme della scomparsa di Conti – andato in pensione lo scorso ottobre dall’arma dei Carabinieri (dove il Cfs era confluito dopo la riforma Madia) a 58 anni per un incarico nella Total – era stato dato dalla famiglia nel pomeriggio di venerdì. Da casa sua erano sparite le pistole d’ordinanza e questo ha sollevato l’attenzione delle forze dell’ordine che hanno subito avviato le ricerche. In serata il ritrovamento del corpo senza vita. Non è ancora chiara la dinamica della morte, ma molti indizi farebbero pensare a un suicidio. Come riportano diversi organi di stampa, negli ultimi giorni Conti appariva preoccupato e aveva chiuso il suo profilo Facebook. Sarebbe stata ritrovata anche una lettera per la famiglia. Le indagini sono in corso.
Quel che è certo e che Conti aveva vissuto la sua carriera nel Corpo forestale da protagonista, entrando senza paura nelle indagini di quelle che sono risultate poi essere inchieste importantissime, tra cui la già citata mega discarica di Bussi, l’inchiesta sulla Thyssenkrupp di Terni, ma anche il G8 dell’Aquila e sui maxi traffici di rifiuti in Umbria con più di 290 persone coinvolte e deferite.
Il generale, che forse non aveva ben digerito il transito dal Corpo forestale ai Carabinieri, era stato un acerrimo oppositore della riforma voluta dal governo Renzi. In Rete circola ancora una sua lettera accorata con cui Conti chiedeva all’allora presidente del Consiglio una riflessione sulla pericolosa decisione. “Le cose buone non si gettano – scriveva Conti -, soprattutto le poche rimaste. Si migliorano, si accudiscono e fortificano”. Evidentemente la missiva, con la quale chiedeva a Renzi di abbandonare “i cattivi consiglieri”, mettendo in luce “i bilanci in pareggio del Cfs”, restò inascoltata. FONTE
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